L’accordo odierno per la serie A non chiarisce la posizione delle tante squadre di B senza contratto

Al tavolo del ministero dei beni culturali si è trovato l’accordo che consente il via al campionato.

La soluzione è stata trovata grazie alla ‘tassa’ che i sei club più importanti per fatturato (Juve, Milan, Inter, Roma, Lazio e Parma) verseranno a favore delle altre 12 squadre di serie A.

Secondo le prime indiscrezioni si tratta di un versamento ‘una tantum’ di 5,5 milioni di euro, con quote differenziate (1,250 milioni di euro dalle prime quattro e 250mila da Lazio e Parma), che si vanno ad aggiungere alla cifra già stanziata dalle pay Tv.

Ciò nonostante, i ‘club ribelli’ dovranno accontentarsi di meno di 60 milioni di Euro, cifra molto al di sotto dell’ultima richiesta, che ammontava a 65 milioni.

Nell’accordo vi è anche la garanzia della nascita del terzo polo che sarà favorita attraverso le strutture di Stream e Tele+.

Ciò che non appare chiaro dalle notizie che rimbalzano da Roma è cosa accade per le 14 società di serie B che hanno dato mandato a Galliani per stipulare un contratto per i diritti televisivi criptati.

Tra esse, infatti, c’è anche il Cagliari, la squadra sul cui terreno il Napoli scenderà in campo sabato sera per l’esordio in campionato.

Al momento, dunque, non è ancora dato sapere se i tifosi potranno assistere alla partita in diretta.

10/09/2002