“Non ho ancora preso casa a Napoli per il momento, però è una cosa che può succedere anche perché da questo momento sono un official scugnizzo“. Lo ha detto il ct della nazionale Luciano Spalletti arrivando al Maschio Angioino, dove ha ricevuto la cittadinanza napoletana dal sindaco Gaetano Manfredi dopo l’anno dello scudetto. “La cittadinanza – ha spiegato – ha un significato enorme, che veramente mi riempie di soddisfazione, di gioia, di felicità. Perché poi oltre quello che sono i risultati viene determinato quello che è il legame tra me e i napoletani, che è una cosa magnifica”.
“Non reggo il paragone con Maradona”
“La cittadinanza la ebbe Diego – prosegue Spalletti -, ma non facciamo paragoni di questo livello, non li reggo. Io ho avuto calciatori che hanno fatto vedere di poter lavorare tutti insieme, e insieme anche alla città di Napoli, per raggiungere il livello del numero uno del mondo. Non so se riuscirò ad essere forte come i napoletani, però mi impegnerò al massimo per sostenere questa città”. Alla squadra, Spalletti spiega: “I calciatori li devo ringraziare, e poi lo farò ufficialmente, per quello che mi hanno dato, perché se io sono qui e vengo premiato con questa cittadinanza, il merito è soprattutto loro, per quello che mi hanno messo a disposizione e per la fatica che hanno fatto. Ho lavorato con una squadra fortissima e con degli uomini veri, per cui sono convinto che questa squadra abbia altrettanto potenzialità per andare avanti”.
“Ho lasciato Napoli per preservare la bellezza”
“Perché ho lasciato la panchina del Napoli? E’ un discorso un po’ più profondo, che merita più tempo ed è una cosa che è dispiaciuta anche a me, però volevo preservare questa bellezza che avevo nel cuore e non rimetterla subito in discussione: è una roba che nessuno può capire se non la prova direttamente come l’ho provata io. La presenza oggi di De Laurentiis? Mi fa piacere che ci sia perché quello che è successo nella passata stagione è sotto gli occhi di ognuno ed è stato determinato dal lavoro di squadra, con il contributo di tutti. Nel team tutti erano allo stesso livello, nessuno che comandava, tutti potevano dire la propria opinione e indicare la soluzione. Questa compattezza di città, calciatori e di tutti quelli che hanno lavorato nel Napoli, ha determinato la bellezza di cui parlo e che oggi insieme stiamo celebrando. E’ questo modo di costruire la stagione che ci ha portato allo scudetto e che mi ha portato, oggi, a ricevere la cittadinanza di Napoli”. Al termine della cerimonia, lo stesso Spalletti ha pubblicato un post su Instagram: “Napoli, la mia casa ora sei anche tu! Per sempre scugnizzo“, ha scritto l’ex allenatore dei campioni d’Italia.