Il presidente ricambia l’affetto ricevuto dal pubblico, ma ricorda che il primo obiettivo è il risanamento economico
Aveva chiesto una dimostrazione d’affetto e la presenza di 40mila persone allo stadio: domenica sera, invece, Salvatore Naldi ne ha trovati oltre 50mila e questo forse è il primo concreto gesto d’affetto che il presidente ha ricevuto dalla città da quando con una ardita decisione ha deciso di comprare il pacchetto azionario della società e iniziato quell’opera di ripianamento delle perdite e di risanamento economico che ha salvato il Napoli dal baratro del fallimento.
Il giorno dopo dopo la sua prima notte magica da presidente, dunque, Salvatore Naldi esprime parole di ringraziamento nei confronti del pubblico del san Paolo ricambiando il “grazie Naldi” contenuto in uno striscione esposto allo stadio nel settore distinti.
Proprio l’affetto del san Paolo, consente all’imprenditore posillipino di poter affermare che “il progetto va avanti” poichè “il successo di questa società non è dovuto solo al coraggio dell’imprenditore Naldi, ma anche alla passione dei tifosi”.
In verità, il presidente è indotto a constatare amaramente che nel progetto di rilancio per ora può contare solo sulla generosità del pubblico, dal momento che nessun imprenditore si è fatto sinora avanti per dare quel contributo che sarebbe stato necessario per rendere più rapido il ritorno nel grande calcio.
Dopo le polemiche col comune per i criteri di concessione del San Paolo, Naldi trova l’occasione anche per stigmatizzare il comportamento di un istituto bancario, il San Paolo di Torino che pur avendo rilevato il Banco di Napoli non ha mostrato alcuna attenzione nei confronti del proprietario del Napoli.
“C’è un Istituto che si chiama San Paolo di Torino – sottolinea Naldi – ha lo stesso nome del nostro stadio, San Paolo, ma non è degno di portarlo, ed il nome di una città, Torino che è espressione di forza nel calcio, un’espressione che non aiuta il Sud. Quando ha rilevato il Banco di Napoli, avrebbe dovuto essere vicino agli imprenditori napoletani. Non l’ha fatto”.
Al pubblico però Naldi vuole parlare chiaro e tornando sulle questioni più strettamente legate all’aspetto sportivo, ricorda che nessuno ha mai promesso acquisti ed anche che il tormentone di calciomercato sulla necessità dell’acquisto di un attaccante non è il principale obiettivo del Napoli.
“Quando ho acquistato la società – ricorda – pensavo di trovare una scatola vuota, invece era piena di debiti” e dunque, il primo obiettivo del Napoli è il risanamento economico, condizione necessaria a porre le basi per un progetto di lunga durata che deve fondare sulla solidità societaria.
In tal senso Naldi apprezza anche lo spirito aziendalista di Colomba e Marchetti che richiamano continuamente al realismo dell’attuale situazione economica del Napoli, risanato ma impossibilitato a compiere quegli errori di gestione che lo avevano condotto a pochi passi dal precipizio.
In particolare il presidente sottolinea come tecnico e direttore generale stiano conducendo quell’opera di rivitalizzazione di alcuni calciatori che lo scorso anno avevano reso poco e male (ad esempio Sesa, ndr) che sin dal ritiro di Brunico era stato individuato come obiettivo primario dello staff tecnico.
Tutti parlando della necessità dell’acquisto di una punta e circolano da settimane girandole di nomi, ma Naldi ricorda di non aver mai promesso nulla in tal senso.
Insomma, all’indomani del tripudio di folla del san Paolo, il presidente ringrazia e ricambia le testimonianze d’affetto, ma lo fa a modo suo, parlando chiaro e negando spazio a qualsiasi forma di illusione. Di investimenti, infatti, Naldi ritiene di averne già fatto uno e grandissimo, quello che ha consentito la salvezza del Napoli. Per ora ai tifosi – ribadisce – deve bastare questo.