Dario Boldoni a capo di una cordata che vuole rilevare dal comune la gestione dello stadio

Nella corsa per la gestione dello stadio san Paolo partecipa anche Dario Boldoni, meglio noto ai tifosi del Napoli come cognato di Corrado Ferlaino e già vice presidente del sodalizio partenopeo.

Boldoni sarà audito domani dalle commissioni consiliari per esporre il progetto di gestione del san Paolo, nell’ambito delle audizioni organizzate dal comune per decidere sul miglior utilizzo dell’impianto di Fuorigrotta.

Il progetto secondo l’ex dirigente partenopeo è proposto da una cordata di società e professionisti tra cui la società americana Img, specializzata nella gestione di impianti ed eventi sportivi, la maltese Credinvest International, realizzatrice dello stadio del Maribor di Lubiana ed un gruppo di professionisti, non meglio identificati.

Alla vigilia dell’audizione Boldoni ha anche illustrato la proposta del gruppo: “Il nostro obiettivo è quello di fornire un servizio alla città di Napoli ed agli imprenditori interessati, dando fattibilità ad un progetto che, sotto il profilo economico e sociale, potrebbe rappresentare un’eccellente opportunità di sviluppo anche per lo sport cittadino”.

Si parla della realizzazione di superfici per il tempo libero e per la cultura su un’area di circa 40 mila metri quadrati con un investimento pari a 140 milioni di Euro.

Sin dall’inizio Salvatore Naldi aveva chiesto al comune di poter gestire lo stadio per ottimizzare il suo investimento sul Calcio Napoli e non è chiaro se l’iniziativa del gruppo capeggiato da Boldoni possa in qualche modo favorire o svantaggiare il progetto dell’attuale presidente del Napoli, ascoltato in commissione solo pochi giorni fa.

Dal canto suo, Boldoni assicura che l’iniziativa si muove con un progetto che sia “anche al servizio del Calcio Napoli”.

Il vero dubbio nasce dalla constatazione che in 30 anni di direzione delle sorti del Calcio Napoli, nei rapporti col Comune, le opere dell’ingegner Ferlaino e dei suoi più stretti parenti e collaboratori, non hanno solo prodotto debiti nel bilancio del Calcio Napoli nei confronti del Comune, e sull’altro versante, nessun introito interessante per le casse di Palazzo san Giacomo.